lunedì 1 ottobre 2007

Nuovo inizio

E così è iniziato ottobre...Non so perchè io senta la necessità di fissare nuovi punti di partenza..alla fine, ogni giorno è un nuovo inizio, non ha senso partire dal primo del mese o dal primo dell'anno..ma questo dà come dire solennità alla cosa! Sono dottoressa, e oggi a Roma avrei dovuto iniziare a seguire alcune lezioni del triennio da recuperare..ma..sono a Venezia. A letto. Con un raffreddore fotonico. A cercare di far funzionare tutto su questo diavolo di computer. Linux non è poi così facile!! Non sembra granchè come nuovo inizio vero? Però devo iniziare a preparare le valigie, mettere tutto a posto, iscrivermi all'università, trovare una casa..Ma in qualche modo non ne ho la forza. Non vedo l'ora di andare a Roma, per stare col mio uomo e vivere finalmente un rapporto di coppia normale, per vivere e studiare nella stessa città (anche se probabilmente i tempi per raggiungere l'uni aumenteranno addirittura..)..Ma..salutando tutti, ricevendo gesti di stima e affetto, mi rendo conto di quanto sto lasciando qui..I miei amici, i miei ritmi, la mia famiglia, il gruppo..Tutte persone che mi sono state vicine in questi momenti che mi hano sostenuta, che mi hanno fatto i complimenti che..Il problema è che non riesco a pensare a quella di Roma come ad una parentesi. Non parto per restare, ma so che probabilmente non tornerò a Venezia. Perchè non ho un lavoro, non ho una casa, non ho un fidanzato. Non ho niente che costituisca il mio futuro, a parte il gruppo e gli amici. E una vita basata solo su quello..Non so come mi troverò a Roma, non so cosa riuscirò a costruire. Spero di costruire qualcosa di bello, bei rapporti che non mi feriscano come tante persone qui, spero di riuscire a gestire la mia vita, economica e sociale, spero di riuscire a vedere Luca quando voglio, spero di riuscire ad andare a dare una mano alla comunità di sant'egidio, di andare agli incontri del vis, ma poi penso alla mia giornata, ai miei mezzi di trasporto (ovvero nessuno privato, a parte la bici che mi pare sconsigliabile a Roma), e sinceramente, non vedo come far quadrare tutto. Ma un problema per volta giusto? Intanto bisogna trovare una casa. In un posto vivibile e non troppo lontano dall'università. Poi bisogna abituarsi ai tempi. Metro, bus, e quant'altro. Poi bisogna costruire una "solida rete sociale" di amicizie e collaborazioni. E questo succederà all'università. Perchè di nuovo sarò sola. Ok, ci sarà Luca a Roma, ma lui non potrà farmi ne da tassista nè mi potrà presentare nessuno, in quanto il 90 % dei suoi amici sta fuggendo via. Un pò come me. Perchè alla fine questa sembra un pò una fuga. Una fuga d'amore. Una fuga verso nuove possibilità. Una fuga dalla sofferenza che ho vissuto qui. Infatti non tutti i miei amici mi mancheranno, e tra questi ci sono alcune persone che erano "importanti", ma che mi hanno ferita come non mai ultimamente, e persone che vedo raramente, ma che mi hanno fatto sentire vivo il loro affetto. Come ha detto Pier, la Laurea è uno di quei momenti nei quali puoi fare pulizia nella tua vita. Decidere chi vuoi intorno e chi no. E vedere fra quelli che vuoi intorno chi si presenta e chi si defila. Molti si sono defilati, in modi che non mi aspettavo. Molti dopo mesi di silenzio e non rapporto ci sono stati male per un invito non fatto. Alcuni hanno addirittura cercato di ferirmi. Per fortuna c'era Luca sempre accanto a me. Per fortuna c'erano le persone sulle quali so di poter contare. Perchè più passa il tempo, più sono convinta che siano i sentimenti che contano non la presenza. Che non ci si può vedere nè sentire per mesi e ritrovarsi più legati di chi si vede tutti i giorni. Perchè hai vissuto qualcosa assieme. Perchè sei quello che sei per quello che sei stato con loro. E non importa se ti vedi solo in queste occasioni. Non importa se loro non sono la prima persona che chiami quando hai voglia di uscire. Loro nei momenti importanti ci sono. E le persone che basano tutto sulla presenza, su un numero costante di telefonate e sms, non c'erano. Che c'è da pensare allora? Di non essere importante, di non aver costruito le cose nel modo giusto, di aver creato qualcosa di falso o sbilanciato, fatto di aspettative tradite e silenzio assordante. Io forse ho sbagliato in questi mesi, ma non sono stata l'unica. Ho sbagliato a non cercare, non impegnarmi, ad essere un pò egoista, ma non sono stata cercata, e i miei contatti sono caduti nel vuoto. Niente risposta ai messaggi, niente risposta alle chiamate, dei "ti richiamo" caduti nel dimenticatoio. E poi la risposta dell'egoismo alla generosità. E' brutto quando fai di tutto per cercare di non far soffrire nessuno, e poi le persone che hai cercato di proteggere ti feriscono. E' brutto quanto tu rinunci a pretendere quello che ti spetta, per non mettere in difficoltà le persone, perchè sai che per un'altra persona è importante, perchè la conosci, e sai quanto ci tiene, e tu come al solito puoi sopravvivere, puoi rimandare. E invece quella persona per la quale ti eri tanto prodigata, non si preoccupa di te, anzi, ti riserva una cattiveria che non avresti ritenuto possibile, si lamenta, pretente, accentra, e prende tutto e ti lascia fuori. Da tutto. Quando tu avevi disperatamente cercato di creare un ponte di fare qualcosa assieme. E invece niente. Questo fa male. Fa male vedere la freddezza. Perchè basta un sorriso. Basta un come va. Un complimento. Basta sedersi accanto a te a te a tavola, basta scherzare assieme. E si vede l'affetto. Che non è legato alla presenza, non è legato alla fisicità, è legato all'intagibilità di un sentimento, che ci può essere anche a chilometri di distanza, che può esserci in ogni luogo e in ogni attimo. Sai che la persona gioisce con te e di te, anche se non è accanto a te. E' così strano pensare questo? Io non riesco a pensare il contrario. Non riesco a basare tutto sulla presenza perchè se no non avrei più amici. Perchè se no gli unici rapporti veri che vedo intorno a me non lo sarebbero più. Andando a Roma, taglierò un bel pò di contatti. E cercherò di rafforzarne altri. So chi è importante che rimanga nella mia vita. E chi ormai è diventato superfluo se non inutile. Chi non mi può dare gioia ma solo sofferenza. Forse dovrei dirglielo, a L: e A:, dirli che non le chiamerò, che non mi importerà vederle, che non le inviterò da me e che non le andrò a trovare ma servirebbe??Davvero non riuscirebbero a capire da sole perchè ho deciso di smettere di ferirmi? Pechè ho deciso che basta, che ci deve essere una certa reciprocità? Che bisogna considerare e amare una persona coi suoi limiti, ma non cercare di far finta che le sue mancanze siano limitazioni caratteriali. Sono scelte. Scelte che pesano su loro stesse e sugli altri. Scelte che danno la linea per il futuro. Scelte che provocano altre scelte. Non so se perdendo loro perderò tutto il pacchetto, non lo so sinceramente. Spero di no. Ma se così fosse, vorrebbe dire che neanche gli altri due erano rapporti veri, e quindi sono rapporti dei quali fare a meno.
Probabilmente tutto quello che ho scritto, se lo rileggessi, sarebbe un vaneggio senza senso. Probabilmente solo io e un paio di persone potranno capirlo. Ma non importa. Sfogare fa bene. E fa iniziare tutto più leggeri. Per cui, da oggi, nuovo inizio, con alcune eccellenti assenze, e alcune costanti presenze, con tante paure e troppe speranze, e con la voglia di riuscire ad essere semplicemente e completamente felice e serena. Speriamo bene.

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