sabato 7 giugno 2008

Si può passare tanto tempo a pensare al passato, agli errori commessi, ai torti subiti, alle sofferenze affrontate, ai ricordi indelebili. E se ne può passare altrettanto a pensare al futuro, quell'indefinito periodo pieno di sogni speranze paure. Ma è tutto inutile. Il passato è immutabile. E il futuro imprevedibile. Per cui, per esclusione, uno dovrebbe passare il suo tempo a pensare al presente, concentrare li le sue energie. Il problema è che pensare al presente fa schifo. Se va tutto bene, si preferisce non pensarci, perchè magari, pensa pensa, trovi un neo, qualcosa, e da li inizia la strada per la disperazione. Nel contempo, se va tutto male, semrbra di essere così impantanato da non riuscire a muoversi, figurarsi trovare una via d'uscita. Verrebbe solo da chiudere gli occhi e aspettare che tutto passi, che tutto finisca. Ma ci sono cose che si sentono anche ad occhi chiusi. Ci sono cose che non si ha la forza di affrontare, ma non si riesce neanche a fuggirle. E allora? Che diavolo devo fare? Mollare tutto, quello di buono che c'è, e quello di male che c'è, e riniziare da capo, cercando di fare meglio, di costruire rapporti più sani, più solidi, meno.. O ? Tenere duro che in qualche modo passerà? Anelando agli attimi nei quali la tua mente riesce a fuggire a svagarsi a non pensare, anche se sono solo attimi? E' tutto troppo un grosso casino. Io non ce la faccio davvero a sciogliere il nodo..Forse il metodo di Alessandro a distanza di secoli, resta pur sempre il migliore..un taglio netto, e avanti veloce..